DA VEDERE


LAGO NEMBIA

Il lago Nembia è situato tra San Lorenzo in Banale e Molveno ed è luogo ideale per una tranquilla passeggiata di tre chilometri, adatta a tutti. Il percorso è arricchito da quattordici cartelli illustrativi del paesaggio. La flora e la fauna presenti sono infatti quelle caratteristiche della fascia prealpina e ad esse è prestata molta cura in quanto il lago fa parte del patrimonio del Parco Naturale Adamello Brenta. Molte sono le attività a cui si presta questo luogo, infatti è meta ricercata di appassionati di mountainbike e il luogo è anche fornito di noleggio bici e di guide turistiche che accompagnano gli sportivi lungo le piste ciclabili presenti nella zona e lungo le quali si possono anche dilettare gli amanti del running. Il lago si presta anche ad ogni tecnica di pesca, poiché nello specchio lacustre convivono diverse specie di pesci, come la trota e il salmerino. Sono possibili anche altre attività acquatiche, pur non essendo l'acqua molto profonda.

CASTELLO MANI

Costruito nel secolo XII per volontà del vescovo di Trento, era rocca e sede di guarnigione, per cui si pagava anche un dazio, di cui ci resta una testimonianza in un documento del 1207. A castel Mani il vescovo aveva investito Uldarico d'Arco del feudo legato al castello. Il nome della roccaforte risalirebbe all'età antica: gli dei Manens erano infatti adorati nella zona. Castel Mani è stato pesantemente danneggiato nel 1786 e nel 1797 durante l'invasione napoleonica, diventando la rovina che possiamo ammirare ancora oggi. Nel 1830 i suoi resti furono usati come cava di pietre per la costruzione del paese. Oggi di Castel Mani rimane purtroppo solamente un muro perimetrale all'interno di un giardino pubblico.

OASI DEL MOLIN

L'Oasi del Molin è un'area verde attrezzata, facilmente raggiungibile dalle frazioni di San Lorenzo in Banale poiché vi è una fitta rete di sentieri che congiungono i luoghi. L'area è adatta a scampagnate e a momenti ricreativi, in quanto è anche fornita di servizi.

MUSEO C'ERA UNA VOLTA

La Casa Osei, edificio settecentesco recentemente restaurato a San Lorenzo in Banale, ospita il progetto “C'era una volta”, una mostra etnografica permanente allestita dal Parco Naturale Adamello Brenta che offre al visitatore un'esposizione di oggetti appartenenti alla collezione “Dario Widmann”, precedentemente collocata a Tuenno e poi dismessa, e nuovamente arricchita di oggetti del Banale, e ivi riproposti. L'allestimento raccoglie la ricca memoria della civiltà contadina, cioè utensili d’uso quotidiano della casa, oggetti del lavoro agricolo e silvo-pastorale, segni del passato che tramandano la storia di persone e luoghi legati alle attività tradizionali di montagna.

LE CHIESE

Passeggiando per le Ville di San Lorenzo in Banale si incontrano alcune chiese che possono essere oggetto di ammirazione: partendo da Pergnano, a monte della chiesa parrocchiale del paese, si incontra la chiesetta restaurata dedicata ai santi Sebastiano e Rocco, risalente al secolo XV: al suo interno si trovano gli incantevoli affreschi dei pittori itineranti Baschenis. Di solito la chiesa è aperta solamente la domenica, ma gli altri giorni della settimana si può chiedere la chiave alla signora che abita lì a fianco. Proseguendo verso la villa di Senaso si scorge la chiesa dedicata a san Matteo, che con il suo campanile a vela ha la particolarità di essere recintata da delle mura, superabili da un cancello sempre aperto. Nella frazione di Berghi è invece collocata la chiesa di sant'Apollonia, edificata nel 1671. La chiesa che porta il medesimo nome del paese, è la chiesa di san Lorenzo che si trova nella villa di Prato: un imponente tempio neoromanico situato poco distante dalla vecchia curaziale, oggi teatro. La chiesa di sant'Antonio Abate è situata a Dolaso e risale al Seicento. A sostituzione di una precedente cappella dedicata alla Madonna è stato eretto nel 1895 il santuario della Beata Maria Vergine del Caravaggio, costruita poco dopo l'epidemia di colera del 1855 per voto dei sopravvissuti di Deggia, frazione di San Lorenzo in Banale oggi spopolata, ma allora sede di una serie di attività commerciali legate alla ricchezza di acqua della zona.